Il Tributo.

      Il cassonetto di via Cimarrusti faceva fatica ad aprirsi, alla fine la donna decise di aiutare l'uomo con una spinta solenne La busta nera, che stringeva tra le mani, ebbe al suo interno un leggero movimento prima di andare a posarsi tra decine di altre buste anonime e puzzolenti. I due anziani chiusero il coperchio del contenitore e fatti pochi passi, tenendosi per mano, si voltarono indietro a guardare per un minuto buono il grigio cassonetto.

      L'uomo, di media statura, aveva una bizzarra e folta capigliatura argentea, composta da piccoli ricci che crescevano alti sul capo. Sul viso calmo e rugoso stazionavano due placidi occhi scuri, a differenza della donna che, quasi calva, era caratterizzata da uno sguardo mobilissimo ed inquietante, forse a
causa dell'insolito verde acqua che le riempiva l'iride.

      Staccarono lo sguardo dal cassonetto con evidente fatica e, mano nella mano, si allontanarono con piccoli passi lenti;

      Fu allora che il cassonetto sparì.

      Nessuno sembrò essersi accorto del misterioso episodio e i più accreditarono l'assenza del cassonetto ai soliti vandali che incendiano l'immondizia e scorazzano per la città trainandosi i cassonetti della gente per bene.

      Quando due giorni dopo il cassonetto ricomparve, si meravigliarono però in tanti e non solo perché era l'ora di punta.

      Il contenitore aveva scelto di materializzarsi al centro di via Cimarrusti, schiacciando col proprio peso una coppia di innocenti vecchini. Il netturbino di turno raccolse i loro resti con pignoleria, chiudendo l'uomo dai folti capelli ricci e la donna calva in due capaci bustoni neri. Quindi aprì a fatica il coperchio del
cassonetto e, uno alla volta, gettò i cadaveri all'interno.

      Il cassonetto scomparve definitivamente pochi anni dopo e nessuno più lo vide ritornare.

Racconto scritto da PIERO SANSO' - e-mail: cito.plasma@inwind.it




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